
A un errore in sala cottura (un esempio per tutti: l’odore di mais bollito che può scaturire da una bollitura insufficiente) è pressoché impossibile porre rimedio nei successivi processi. Fino a una cinquantina di anni fa tutto veniva ancora svolto in tini di bollitura in rame a fiamma diretta, e per ogni cotta, che può durare fra le due e le sei ore, operavano due mastri birrai coadiuvati da due garzoni. Oggi quasi tutti i birrifici moderni realizzano il processo con sistemi di controllo, carico, scarico e movimentazione totalmente automatizzati.
Sembra meno romantico, ma la tecnologia aiuta a essere più efficienti e a sbagliare di meno, consentendo di ottenere un prodotto maggiormente in linea con le aspettative. Anche oggi ogni cotta comunque non è mai esattamente uguale alla precedente. E per questo dobbiamo dire grazie a Madre Natura!
Ottenuto il mosto, inizia la fermentazione, cioè il processo di trasformazione degli zuccheri in anidride carbonica, alcol e calore grazie all’utilizzo del lievito. Ma questa è un’altra storia…