Con i loro toni amari non mettono d’accordo tutti: alcuni le adorano, altri le detestano. Ma al di là delle preferenze le birre Stout rappresentano uno degli stili più importanti della tradizione brassicola, una modalità che ha avuto origine in Inghilterra e in Irlanda e che oggi si è diffusa fino alla California.
Londra, diciottesimo secolo, fine turno lavoro: “One Porter, please. One Porter”. Tra schiamazzi e urla la richiesta è sempre la stessa. Mentre la nebbia avvolge le sponde del Tamigi, operai e portuali entrano nel loro pub di riferimento puntando al bancone di legno con un unico e spassionato motivo. Farsi una pinta. Ma non una qualsiasi: una birra scura che grazie all’elevato apporto calorico ha il potere di lenire la fatica e riportarli alla vita. Una birra salvifica, miracolosa. Irrinunciabile. Di cosa si tratta?
Secca, rinfrescante e dal colore castano viene battezzata Porter in onore del pubblico di riferimento, i facchini appunto che la preferiscono anche per il basso costo. Presto la Porter diventa uno stile popolare e come tale comincia a diffondersi in diverse varianti. Una di queste è la Stout Porter così chiamata per indicare una Porter dal sapore molto deciso e dal contenuto alcolico elevato. Il termine “stout” in inglese significa “robusto”, “tenace” ed in relazione alla birra assume l’accezione di “forte”.
Con il passare del tempo lo Stout diventa uno stile autonomo. In Inghilterra cade presto nel dimenticatoio a causa dell’avvento delle Pale Ale, in Irlanda invece le cose vanno diversamente. La ricetta si diffonde e si consolida grazie a Guinness, Murphy’s e Beamish, birrifici storici che con la loro attività sanciscono definitivamente l’ascesa delle birre Stout.
Tecnicamente la Stout è una birra scura ad alta fermentazione i cui lieviti sono soggetti a temperature elevate (20-22°C). Il colore varia dal bruno al nero opaco e la schiuma dal bianco al bruno a seconda degli ingredienti utilizzati. A dominare il processo di produzione è l’uso di malti tostati e arrostiti come Roasted Barley, Black e Chocolate.
L’anima delle birre Stout si rivela nel loro sapore amaro, nelle note di caffè tostato e cioccolato e nell’inconfondibile astringenza.
È un mondo variegato quello delle Stout dove ogni birra è un lasciapassare verso sapori, intensità e fragranze differenti. In alcuni casi davvero inconsuete. La ricetta tradizionale ha segnato l’inizio di un percorso e di un’evoluzione che ha visto accendersi l’estro e la curiosità dei mastri birrai di tutto il mondo. Sono così nati stili differenti a seconda della provenienza, dei malti utilizzati e del grado alcolico.
Ecco i principali:
Milk Stout o Sweet Stout: dolcezza e leggerezza contraddistinguono questa tipologia di Stout. A caratterizzarla è l’aggiunta di una dose di lattosio, zucchero non fermentabile che lascia il suo timbro inconfondibile.
In foto: Firestone Walker Nitro Merlin
Sono nate tra le brume dell’Inghilterra e dell’Irlanda ma eccellenti Stout vengono prodotte anche sotto i cieli assolati della California. Firestone Walker, per esempio, è una realtà vivace che mescola avanguardia West-Coast e autenticità British, valorizzando il meglio dello spirito californiano e i migliori stili birrari del Vecchio Continente. Se siete in una giornata particolarmente placida e non volete guastarne l’atmosfera provate Firestone Walker Nitro Merlin con il classico aroma delle Milk Stout a regalarvi una sensazione vellutata in bocca.
Se invece vi trovate in un mood più rock e siete alla ricerca di sensazione forti ecco a voi Firestone Walker Parabola. Dal nero impenetrabile e l’altissima gradazione questa Russian Imperial Stout, dopo una maturazione lunga un anno, rappresenta un vertice di tecnica e passione. Non a caso oggi domina le classifiche delle migliori birre al mondo.
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