
Anche l’utilizzo della frutta di stagione ha una lunga storia nella produzione brassicola, soprattutto nelle birre di fermentazione spontanea e mista. Ancora oggi nella regione del Pajottenland, a sud ovest di Bruxelles, sono utilizzati lamponi e “krieken” (una particolare varietà di visciole belghe) per attenuare l’acidità lattica dei Lambic. Vengono inseriti in macerazione fermentativa fino a 300 grammi di frutta per litro, nocciolo compreso. È così che nascono gli stili birrari Framboise e Kriek.
Al di là dell’Atlantico si segnano le birre Barrelwoks, Wild Ales a base di frutta fresca e lieviti selvatici prodotte nel birrificio californiano del Gruppo Firestone Walker.
Dalla Krieky Bones fermentata alle amarene alla Peachy Bones (con fermentazione di pesche bianche californiane), fino alla Violet Underground (a base di lamponi e petali di violetta canditi), si tratta di una serie di specialità originali che presentano un’interessante caratteristica sensoriale: si degustano meglio quando sono abbinate a un piatto realizzato con lo stesso frutto usato in macerazione fermentativa per la birra.