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Un’esperienza birraria tutta da toccare

Per una piacevolezza a cinque sensi

Quando parliamo di un alimento o di una bevanda, siamo spesso invitati a fare attenzione alla pluralità di sensi che vengono scatenati dall’assaggio. I più coinvolti, naturalmente, sono il gusto, l’olfatto e la vista. Il consiglio però è quello di usare sempre, quando possibile, tutti e cinque i sensi. Solo in questo modo la conoscenza del prodotto e le sensazioni che ne risulteranno saranno davvero ricche e profonde. In una parola: piacevoli.

Il palato e le sensazioni tattili della birra

“Love is touch, touch is love”, cantava John Lennon in “Love”. E non è un caso che una delle più celebrate canzoni d’amore di tutti i tempi metta il tatto al primo posto. Anzi, qui il tatto “è” l’amore, come se di tutti i sensi soltanto quello legato al contatto fisico possa esprimere la pienezza del sentimento.

Quando parliamo di tatto e birra non facciamo ovviamente riferimento a quello dei polpastrelli, ai brividi delle mani su altri corpi o su superfici che sentiamo più o meno calde, più o meno morbide o levigate. Il tatto a cui ci riferiamo è invece la capacità del palato di codificare sensazioni “altre” rispetto al gusto. Si tratta in primo luogo delle cosiddette sensazioni trigeminali (collegate cioè al nervo trigemino, che è ricco di fibre sensitive) come la piccantezza, la pungenza e l’astringenza, che è quella sensazione che ci porta a percepire in bocca un senso di asprezza particolarmente intenso. O ancora la sensazione di calore, che è data dalla componente alcolica. Ma ci sono anche percezioni prettamente ed esclusivamente tattili come la setosità, la pastosità, la morbidezza. Basti pensare ad alcune birre particolarmente cremose come le Witbier belghe o le Milk Stout inglesi.

Tutte le sensazioni partono dal cervello

Tutte queste percezioni tattili vengono di volta in volta codificate dal nostro cervello e trasformate in concetti che vanno “oltre il gusto” (buono o meno buono). Investono cioè dinamiche neurali forse anche più complesse e sfumate. Quindi l’idea che il nostro cervello si formerà su una determinata birra dipenderà in buona parte anche da questi input.

In altre parole, la piacevolezza che ci procura il sorso di una birra è correlata anche a qualcosa di diverso e più complesso del “solito” gusto: a una sensazione tattile che viene percepita come positiva dagli organi sensoriali del cavo orale.

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