
Il bicchiere corretto potrebbe aiutarci a capire se ci si trova davanti a una birra tedesca o una birra belga, magari trappista o di abbazia. Individuato il bicchiere, possiamo provare a osservare il liquido, inquadrarlo in una specifica fascia cromatica e intuire i malti utlizzati.
Nel grafico, in ogni fascia sono esemplificati un’ampia varietà di stili che attraversano tutti e cinque i gusti (dolce, amaro, acido, salato e umami). Questo accade perché il colore è fortemente legato al grado di tostatura e alla tipologia dei malti o dei cereali utilizzati. Infatti, tra i colori più chiari, sono presenti birre che contengono frumento (anche maltato), tendenzialmente più dolci, e malti Pilsner, tipici di birre più secche.
Invece tra i colori più ambrati o scuri iniziamo a trovare birre che contengono malti caramello e tostati, fino ai malti torrefatti delle stout. Anche in questa gamma di colori possiamo trovare birre più dolci, come le birre d’abbazia, ma anche tipicamente amare come le India Pale Ale. Un discorso a parte meritano le birre nere, addolcite talvolta con l’uso di zuccheri o lattosio.
D’altra parte il gusto è soggetto ad altre variabili come fermentazione, la varietà di lieviti e luppoli o l’eventuale aggiunta di spezie o zuccheri. Non solo, anche l’uso di eventuali tecniche come la luppolatura a freddo (tipica delle IPA) o la macerazione fermentativa con frutta fresca incidono sul gusto. Perfino la temperatura di servizio o il grado di saturazione possono giocare un ruolo importante.
Il colore della birra viene classificato nello standard EBC (Europa) o SRM (Nord America). Si parte da un minimo di 3SRM/5EBC dei malti chiari a un massimo di 700SRM/1600EBC dei malti tostati.
Come fare quindi a scegliere la birra giusta? Provate a compilare il nostro test “CHE BIRRA SEI?”